Nel menefreghismo un po' generale la settimana scorsa è iniziata la decima stagione a fumetti di X-Files. Edita da IDW, scritta da Joe Harris con la collaborazione di Chris Carter e disegnata da Michael Walsh
Mulder e Scully si sono ritirati e vivono in una casettina in Virginia, per campare Scully fa la dottoressa mentre Mulder... va in giro col cappottone lungo nero in piena estate a spaventare i bambini del vicinato, non si capisce com'è che nessuna mamma l'abbia ancora segnalato alle forze dell'ordine. Una sera li va a trovare Skinner, non quello dei Simpson, quell'altro, per avvisarli del fatto che c'è stata una falla di sicurezza nel database dell'FBI e qualcuno è riuscito ad accedere ai dati sugli X-Files, quindi di stare in occhio.
Da lì ovvove, spaventio, dramah e misterio.
Questo primo numero è abbastanza noiosetto, ci si trascina avanti nella speranza che succedda qualcosa fino al cliffhangerino finale buttato là senza pathos tanto per.
Ma il punto è, era lecito aspettarsi qualcosa? Trovarsi qualcosa in mano tolto l'effetto nostalgia? Non tanto perché X-Files non abbia più niente da dire... cioè... anche quello... però se ci metti una produzione di un certo livello dietro può funzionare e la prova ce l'ha data Whedon con Buffy, che funziona perchè quando non se ne occupa lui di persona riesce a mettere in moto comunque gente con le palle, un Brian K. Vaughan e un Brad Meltzer ai testi o una Jo Chen alle copertine, qua invece c'è un tizio che non scrive una serie TV da 20 anni ai testi assieme ad un altro che ci prova e ci riprova sia col cinema che coi fumetti ma non ce la fa da nessuna parte, aiutati ai disegni da quello che sembra il cugino scarso di Alex Maleev.
Nella scala delle donne della tua vita di hornbyana memoria questo primo numero di X-Files Season 10 è la fidanzatina del liceo che rivedi dopo 20 anni e ti chiedi... ma ero io ad essere cecato o non era così brutta?
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