Il succo è, mazzate.
Alla fine del numero scorso 2 Thor, il vendicatore e l'allfather, arrivano nei pressi del pianeta-bomba di Gorr dove raccattano il Thor giovane, alzano i martelli al cielo e son pronti a tirarle al cattivone di cui sopra.
Now let the hammers talk.
I 3 Thor caricano a testa bassa Gorr in un numero tutto azione in cui il piatto forte è rappresentato dal comparto artistico. Esad Ribic prima di iniziare questa serie non mi aveva mai fatto immaginare di poter essere così dinamico, bravo sì, pure tanto, però faceva dei quadri e io voglio leggere i fumetti, tutta quella pesantezza secondo me non si sposava bene al medium. Da quando ha iniziato God of Thunder invece sarà un po' che s'è dato una svegliata, che ha iniziato a tagliare le vignette in maniera più inusuale e spigolosa e ad alleggerirle un po', sarà che gli han messo affianco un colorista davvero bravo, Ive Svorcina, che lo valorizza appieno usando una palette cromatica molto azzeccata, elettrica, ma qui sta definendo artisticamente il personaggio come prima solo Kirby e Simonson avevano saputo fare.
Per dire, quanto è semplice e riuscitissima l'idea di rappresentare la manifestazione dei poteri oscuri di Gorr usando il carboncino grezzo? E i colori nella scena in cui il Thor allfather usa i poteri da Re di Asgard? E i fulmini? E la luna? e la pioggia? e TUTTO IL RESTO?
Jason Aaron fa il bravo e non ruba la scena agli artisti mettendo baloon di troppo, lascia alle immagini tutto lo spazio che meritano accompagnandole didascalie da quel tono aulico e poetico che in un fumetto di Thor ci stanno sempre bene come gli spaghetti assieme alle vongole. Nel poco spazio che si ritaglia per i dialoghi riesce a piazzare bei botta e risposta tra i 3 protagonisti e un ottimo confronto finale tra Gorr e il vendicatore.
Insomma bravi tutti, mi tolgo il cappello
In una scala dei colpi di Ryu che va da calcio medio al Metsu Hadouken, questo numero di Thor God of Thunder è un Metsu Tatsumaki Sempukyaku, una giostra di calci in faccia in un inferno di fiamme blu elettrico che ti bruciano con l'energia dei sette sentimenti buddisti di paura, odio, gioia, amore, desiderio, tristezza e rabbia.
Jason Aaron fa il bravo e non ruba la scena agli artisti mettendo baloon di troppo, lascia alle immagini tutto lo spazio che meritano accompagnandole didascalie da quel tono aulico e poetico che in un fumetto di Thor ci stanno sempre bene come gli spaghetti assieme alle vongole. Nel poco spazio che si ritaglia per i dialoghi riesce a piazzare bei botta e risposta tra i 3 protagonisti e un ottimo confronto finale tra Gorr e il vendicatore.
Insomma bravi tutti, mi tolgo il cappello
In una scala dei colpi di Ryu che va da calcio medio al Metsu Hadouken, questo numero di Thor God of Thunder è un Metsu Tatsumaki Sempukyaku, una giostra di calci in faccia in un inferno di fiamme blu elettrico che ti bruciano con l'energia dei sette sentimenti buddisti di paura, odio, gioia, amore, desiderio, tristezza e rabbia.
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