Y-Y-Y-Yeux de chat
Y-Y-Y-Yeux de chat
C'est le nom d'un compact de trio!
Sont trois sœurs qui ont fait un pacte!
Yeux de chat un autre coup a été fait!
Stando a google translate la canzoncina di Cristina D'Avena di Occhi di Gatto, il cartone animato giapponese sulle 3 sorelle mariole che titillò le fantasie lesboincestuose di tanti bambini negli anni '80/90 senza che nemmeno conoscessero il significato di lesboincestuoso, dovrebbe suonare così.
E che c'azzecca? Beh, anche in questo fumetto ci sono 3 signorine, che non saranno sorelle ma vanno in giro per Parigi a rubar quadri, e titillano pure loro, anche se si fermano alla sfera lesbo.
Carole e Alex sono amiche da tanto tempo. Carole è un ex ginnasta e la mente del duo criminale, Alex non ha abilità particolari ma ci mette tanto entusiasmo. Le due ragazze, per fare il "salto di qualità" e rubare La Grande Odalisca di Ingres dal Louvre, avranno bisogno di allargare la squadra ed ingaggeranno Sam, motociclista acrobatica in cerca di un secondo lavoro.
Ruppert e Mulot sono presentati in quarta di copertina come gli idoli dell'underground francese, e sono in effetti abbastanza underground da far si che questo sia il primo loro fumetto che prendo in mano. Con Vivès invece ho un minimo più di familiarità essendomi già passato per le mani Il Gusto del Cloro, storia d'amore adolescenziale vissuta tra le corsie di una piscina che apprezzai al tempo.
Fatto sta che non mi è ben chiaro come i tre si siano divisi i compiti, chi abbia scritto, chi disegnato, chi fatto i layout, chi gli sfondi e via così, ma il risultato, almeno dal punto di vista grafico, non è niente male.
Il libro è un librone bello grosso (Cartonato, pubblicto in Italia da Bao Publishing a 18€), come da tradizione per il fumetto francese, ragion per cui si passa dalla splash page gigante come quella dedicata al piramidone del Louvre (la pagina preferita di Giacobbo) alle 4 bande senza che il disegno sia mai soffocato. I personaggi sono rappresentati con pochissime linee, a volte anche una sola, come fossero degli sketch, ed a definire i volumi ci pensano i colori. Quello che perde in dettaglio il disegno guadagna in dinamismo, e dato che ci sono pagine e pagine senza un balloon ma in cui le signorine vanno in giro per musei a rubar quadri e picchiare guardie senza dire una parola, questa è cosa buona e giusta.
Gli sfondi invece non ci sono sempre ma quando ci sono e vengono rappresentati gli esterni, pur mantenendo lo stile sporco "da bozzetto", mostrano una cura e un dettaglio nella rappresentazione delle architetture che da la sensazione se ne sia occupato una persona diversa da quello dei disegni. O due. Può essere. Nun se capisc.
Fatto salvo che il risultato è comunque buono, a volte però si ha un po' troppo una sensazione strana, come se gli elementi del disegno siano scollati tra di loro, come se le ragazze fossero appiccicati sugli sfondi come in un collage.
E' curioso però come le protagoniste, tra tutti i quadri che ci sono al Louvre, si trovino proprio a dover rubare La Grande Odalisca che è uno dei "quadri sbagliati" più famosi della storia dell'arte: quello dove Ingres, per dare una schiena più sinuosa al soggetto rappresentato, manda a fanculo l'anatomia e decide di darle 3 o 4 vertebre più di quanto dovuto. La scelta è particolare, no? Come se ti volessero dire oh, qua dentro troverai qualche anatomia sballata, qualche prospettiva non proprio rigorosa e alla storia faremo fare un po' di salti a caso ("Hanno rapito il nostro amico, andiamo a prenderlo in Messico?" "Ok") però qua stiamo facendo arte e nel frattempo ci divertiamo pure, non ci cacate il cazzo e lasciateci fare.
Fate, fate. Se ne fate pure un altro so contento e vi compro pure quello.
Fatto sta che non mi è ben chiaro come i tre si siano divisi i compiti, chi abbia scritto, chi disegnato, chi fatto i layout, chi gli sfondi e via così, ma il risultato, almeno dal punto di vista grafico, non è niente male.
Il libro è un librone bello grosso (Cartonato, pubblicto in Italia da Bao Publishing a 18€), come da tradizione per il fumetto francese, ragion per cui si passa dalla splash page gigante come quella dedicata al piramidone del Louvre (la pagina preferita di Giacobbo) alle 4 bande senza che il disegno sia mai soffocato. I personaggi sono rappresentati con pochissime linee, a volte anche una sola, come fossero degli sketch, ed a definire i volumi ci pensano i colori. Quello che perde in dettaglio il disegno guadagna in dinamismo, e dato che ci sono pagine e pagine senza un balloon ma in cui le signorine vanno in giro per musei a rubar quadri e picchiare guardie senza dire una parola, questa è cosa buona e giusta.
Gli sfondi invece non ci sono sempre ma quando ci sono e vengono rappresentati gli esterni, pur mantenendo lo stile sporco "da bozzetto", mostrano una cura e un dettaglio nella rappresentazione delle architetture che da la sensazione se ne sia occupato una persona diversa da quello dei disegni. O due. Può essere. Nun se capisc.
E' curioso però come le protagoniste, tra tutti i quadri che ci sono al Louvre, si trovino proprio a dover rubare La Grande Odalisca che è uno dei "quadri sbagliati" più famosi della storia dell'arte: quello dove Ingres, per dare una schiena più sinuosa al soggetto rappresentato, manda a fanculo l'anatomia e decide di darle 3 o 4 vertebre più di quanto dovuto. La scelta è particolare, no? Come se ti volessero dire oh, qua dentro troverai qualche anatomia sballata, qualche prospettiva non proprio rigorosa e alla storia faremo fare un po' di salti a caso ("Hanno rapito il nostro amico, andiamo a prenderlo in Messico?" "Ok") però qua stiamo facendo arte e nel frattempo ci divertiamo pure, non ci cacate il cazzo e lasciateci fare.
Fate, fate. Se ne fate pure un altro so contento e vi compro pure quello.