Se c'è una persona a cui si può appiccicare l'etichetta di astro nascente oggi all'interno dell'industria del fumetto, questa è proprio Nick Spencer. Dopo i primi tentativi per tastare il terreno alla Image nel 2010 attira l'attenzione di tutti con Morning Glories ed approda alla Marvel dove gli vengono affidate un po' di serie Ultimate per vedere l'effetto che fa per poi diventare di lì a poco il regular di Secret Avengers e coscrivere Avengers con Hickman che è impicciato con Infinity. Bel curriculum per uno che è in giro da manco 3 anni.
Bene, a quest'omino è venuta un'idea.
E se Arkham funzionasse veramente, o magari se qualcuno a Gotham s'accorgesse che non funziona e, dopo esser statocatturato per la duecentoquarantatreesima volta da Batman, mandasse il Joker a curarsi per davvero, come uscirebbe da questo manicomio? E se decidesse di voler fare ammenda in un certo senso e facesse una telefonata a Renee Montoya per darle una mano a risolvere casi che coinvolgano assassini seriali? Alla DC gli avrebbero detto mmmmmmmmhhhhhhhhh... NO!, e allora lui ha cambiato 2 nomi, Crimson Red al posto di Joker, The First al posto di Batman, Bedlam al posto di Gotham e via così, si stampi!
Il fumetto alterna parti dedicate al passato criminale di Crimson Red o alla sua riabilitazione, dal gusto più classicamente supereroico, a parti procedurali, dove si svolge la trama vera e propria e dove c'è Fillmore che aiuta la polizia a trovare qualche pazzo psicopatico (in questo primo volume un simpatico mattacchione che usa punizioni divine uscite dritte dritte dalla Bibbia per far fuori i malcapitati), e questa alternanza rende la narrazione molto varia e ricorda un po' la buonanima di Gotham Central. C'è da sottolineare pure che sto cazzo di Nick Spencer, non lo avrei mai detto, ma è malato forte e nei flashback di Crimson Red c'ha sempre delle trovate che ballano sul filo tra il disgustoso e il geniale che dovete vederle perché qualsiasi descrizione non riesce a star dietro alla loro magni(de)fic(i)enza.
Riley Rossmo, il disegnatore, usa stili e colori diversi per distinguere le varie parti di cui sopra. Non lo metterei in una lista dei miei disegnatori preferiti ma ha un tratto bello sporco che assieme all'uso di una palette cromatica molto limitata trasmette un senso come di claustrofobia che perfettamente si sposa alla storia che vuole raccontare ed è particolarmente bravo nella resa delle espressioni facciali. Insomma, i pazzi sembrano proprio pazzi, come nella vita reale basta guardargli gli occhi per capirlo
Le cover sono di Frazer Irving, ecchèvelodicoafare.
In una scala dei migliori coltelli, da quelli che ti mettono davanti ai matrimoni che non tagliano nemmeno la philadelphia al Miracle Blade Serie Perfetta di Chef Tony, Bedlam è una mannaia da macellaio, magari un po' smussata, non ti fa un taglio preciso e pulito ma quanto ti diverti a fa su e giù su e giù tranciando muscoli ossa e cartilagine? Con tutti quegli schizzetti di san... Ehm... Sono sanissimo io.
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