giovedì 11 luglio 2013

Torso

Capita qualche volta quando si finisce un libro o un film, soprattutto se tratti da storie vere o con protagonisti persone realmente esistite, di dirsi e poi che è successo? Tutti sti tizi qua dentro, fighissimi, fortissimi, talmente fighi e talmente forti da meritarsi di finire in un libro, che hanno fatto più nella loro vita? Di certo se so così fighi e così forti non posso credere che finita quella storia non abbiano più fatto niente che meriti di essere raccontato... Tipo, che ha fatto Eliot Ness, il Kevin Costner de Gli Intoccabili, dopo aver incastrato Capone? A quanto pare se n'è andato a Cleveland a caccia di serial killer


Torso è una miniserie pubblicata dalla Image Comics nel 1998, è uno dei primi lavori di Brian Michael Bendis nell'industria del fumetto, una vita prima che approdasse alla Marvel e ne diventasse uno degli scrittori di punta, quando i fumetti se li disegnava ancora lui (si, Andreyko qua ha dato una mano col soggetto ma la matita a questo giro ce l'ha in mano il pelatone). Il protagonista è appunto Eliot Ness e racconta di come si è trovato ad investigare su una serie di omicidi attribuiti a Torso, un serial killer chiamato così perché aveva piacere del tagliuzzare le proprie vittime, amputare gli arti e lasciare in giro per Cleveland, tra il '34 e il '39, appunto soltanto il torso dei poveracci che gli passavano sotto mano.

Data la sovraesposizione del Bendis scrittore negli ultimi 10 anni non c'è bisogno di perdersi in chiacchiere, a tutti sarà capitato di avere avuto sottomano qualche suo fumetto e di farsene un'idea, quindi dico solo che già era il Bendis degli Avengers, con le tavole piene di baloon, i dialoghi serrati e il cliffhanger giocato a mestiere, la storia è un classico noir con una spruzzata di politica e di temi sociali (uno dei detective che lavorano al caso è gay e si trova di fronte al fatto che l'omosessualità negli anni '30 viene vista come una perversione al pari dell'omicidio)... si, insomma, è bello, rispetta le aspettative che si porta dietro il nome dell'autore.

Ben più interessante è andare a vedere un po' la parte grafica direi, che è... strana.
Il fumetto è in bianco e nero con inchiostri molto compatti e un uso continuo delle silhouette che rende un po' difficile a volte capire chi sta parlando finché i personaggi non si interpellano per nome. 
Vignette e silhouette vengono riciclate nel corso del volume e per quanto in alcuni casi se ne capisca il senso, concentrarsi sui dialoghi e dare la sensazione che il tempo della storia passi più lentamente è una tecnica tropp abusata nel corso del volume e si sente fuori posto, è una cosa che ti aspetti da un webcomic non da un lavoro professionale
Gli sfondi sono spesso assenti o sostituiti da fotografie d'epoca staccando troppo dai personaggi e fa uno strano effetto, come di trovarsi di fronte a un collage. Le tavole sono costruite in maniera eclettica, tanto ci può essere il classico 3x3, tanto una griglia stretta stretta con una 40ina di vignette nella stessa pagina da navigare lasciandosi guidare dai baloon, tanto possono iniziare in verticale e finire in orizzontale, o seguire un percorso a spirale, senza che la storia rifletta in qualsiasi modo questa struttura così intricata.

Da una parte sembra un lavoro fatto in maniera sempliciotta, tavole riciclate e silhouette per non perdere tempo a disegnare i tratti somatici e magari per nascondere qualche limite artistico, dall'altro c'è questa voglia di strafare, di fare le cose inutilmente difficili, strane per il gusto di essere strane, di sperimentare...Tutto sommato non posso dire il risultato sia brutto, però probabilmente con una struttura tradizionale, più piana, il fumetto avrebbe guadagnato in leggibilità e chiarezza, così come si presenta è inutilmente troppo confuso.

Nella scala delle tue classi preferite di Team Fortress, che vanno dall'odioso Scout cavalletta al demoman che spamma granate dall'altro lato della mappa alla cieca e butta giù il nido di un ingegnere, Torso è un Pyro con la pyrovision, deve fare le cose semplici semplici, andare vicino al nemico e dargli fuoco, magari chiudere con un'accettata, ma con quegli occhiali su la cosa cambia di tono e diventa un bel po' distorta.
si, forse potevo spremermi un po' di più con la scala ma son sotto esami, siate comprensivi

Nessun commento:

Posta un commento