domenica 26 gennaio 2014

The Unwritten: Tommy Taylor and the Ship That Sank Twice

Diciamocela tutta, la Vertigo non è che se la passi tanto bene ultimamente. Le grandi serie del passato ormai stanno un po' troppo nel passato, Scalped è finito da un paio d'anni, Fables è l'ombra di quello che era 5-6 anni fa e le serie chiamate a sostituirli si sn rivelate ad esser generosi deludenti ed han chiuso presto i battenti (si, Saucer Country, ce l'ho soprattutto con te) mentre dall'altro lato la Image sembra non riuscire a sbagliare un colpo neanche se ci si applica. L'unica cosa che salverei senza pensarci due volte della Vertigo attuale è The Unwritten di Mike Carey e Peter Gross.
Di che parla? di Tom Taylor, il figlio di uno scrittore inglese che ha avuto un successo mondiale grazie ad una serie di libri su un maghetto occhialuto che stranamente non si chiama Erripotte ma Tommy Taylor! I fan della serie hanno incominciato a confondere fantasia e realtà ed hanno incominciato a pensare che il Tommy dei libri fosse lo stesso Tom della realtà, trasformandolo in una sorta di strana celebrità e icona nerd. Ua specie di Wil Weathon ma simpatico, per capirci. I guai per Tom iniziano quando, appena prima dell'uscita del capitolo finale della serie, il padre scompare nel nulla, scopre di non esserne il figlio biologico ed inizia a pensare anche lui di poter essere la quattrocchia volante dei libri... Questo spiegherebbe perché della sua infanzia non ricorda niente di niente, per esempio...
Mike Carey uno è sempre portato un po' a vederlo come l'eterna promessa non mantenuta del fumetto: sulla sua produzione supereroica possiamo metterci una pietra sopra, fuori dal genere di roba bella ed anche bellissima ne ha fatta (dico Lucifer e voi siete obbligati a commuovervi adesso) ma è sembrato sempre muoversi nella scia di qualcun'altro. Con the Unwritten ha tirato fuori però una bella storia, importante, sul potere delle storie e di chi le racconta, con cui che sembra aver tagliato una volta per tutte il cordone ombelicale che lo teneva legato, almeno nella produzione fantasy, a Neil Gaiman.

Dopo sto pippottone infinito direi che possiamo parlare di Tommy Taylor and the Ship That Sank Twice che è un fumetto un po' particolare poiché non si colloca nella continuity generale di The Unwritten (di cui a fine mese in USA uscirà l'ottavo volume), non segue Tom Taylor e la sua ricerca della verità, ma è l'adattamento a fumetti del primo romanzo di Wilson Taylor con protagonista Tommy.


Nonostante sia figlio dei due più grandi maghi della loro generazione, a Tommy manca la scintilla, la capacità innata di castare incantesimi, e vive e lavora nelle cucine della scuola per giovano maghetti che non si chiama Hogwarts ma ci siamo capiti lo stesso. Quando il Gran Consiglio dei maghi decide di recuperare dagli abissi la nave su cui viaggiavano e sono morti i genitori di Tommy, che portava un carico misterioso ma di sicuro grande valore, iniziano i veri casini perché unico passeggero di quella nave è un losco figuro che i lettori della serie regolare conoscono bene...
La storia questa è, una favoletta ben scritta che nemmeno prova a far finta di essere tanto ma tanto debitrice ad Erripotte, dall'impostazione classica e dai toni... si può dire tono fmettoso per un fumetto? Vabbuò ormai l'ho detto. Si, insomma, una roba fatta bene, molto meglio del primo romanzo di Erripotte se vogliamo proprio metterci a fare le pulci, ma niente di nuovo. La cosa più particolare è che il racconto viene intercalato da flashback con protagonista Wilson Taylor che raccontano la genesi del romanzo e dove viene svelato uno dei segreti più segretissimi della serie: Tom e Tommy sono la stessa persona? Questa è la cosa che fa storcere più il naso, com'è, so 4 anni e passa che me la stai a menare su sta roba nella serie regolare e poi me lo sveli nel romanzo fuori serie? Poco serio... Tantopiù che come fumetto avrebbe funzionato anche meglio senza quella parte, che magari poteva finire tutta assieme raccolta in un albetto autoconclusivo della serie regolare come Carey ne ha già fatti molti
Dal lato artistico ci si trova di fronte un'opera molto eterogenea perché Peter Gross si è occupato solo dei Layouts e dei flashback, il resto è affidato a vari artisti a rotazione e quindi si passa dalle cupe pagine di apertura dove viene raccontato come la nave del titolo affonda per la prima volta a quelle leggere e pastellose della gita nei fondali marini di metà albo a quelle acide del confronto finale col Conte Ambrosio di fine volume. Il risultato è un po' un minestrone di roba tanto diversa ma il livello resta sempre alto quando non altissimo (le pagine di Kurt Huggins, per esempio) ed i vari stili si sposano bene con il tono dei vari blocchi narrativi.

Nella scala dei tuoi eterni preferiti, che va da Disperazione a Delirio, The Unwritten: Tommy Taylor and the Ship That Sank Twice è Distruzione: Tutti ne parlano, quando lo conosci è diiverso da come te l'aspettavi e ti lscia un bel ricordo che ti porterai dietro per un po'

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