martedì 20 gennaio 2015

Kobane Calling - Zerocalcare

Ovvero Carcare gioca a fare il Joe Sacco disimpegnato ma disegnato meglio (che sarebbe un po' fare il Guy Delisle), e non gli riesce nemmeno male.


Internazionale è una rivista di approfondimento che pubblica ogni settimana una selezione di articoli ed editoriali provenienti da testate giornalistiche sparse per il mondo. A noi di quello che succede nel mondo, tra le colonnine di questo blogghetto qua, frega il giusto, Ce lo ritroviamo giusto perché nel numero di questa settimana c'è un reportage a fumetti di Zerocalcare (una roba breve, una 50ina di pagine) nato dalla sua permanenza per alcune settimane sul confine turco-siriano , nei pressi di Kobane, dove curdi e Isis, per metterla giù semplice e veloce, si sparano.

Cosa ci troverete qua dentro se deciderete di mettere sti 3€ in mano al giornalaio? Esattamente quello che vi aspettate, un racconto sentito, molto personale, infarcito di citazioni pop e narrato con tono leggero... nzomma Carcare, su!
Le pagine più belle sono le prime due dove di notte, seduti sul tetto di una casa, Calcare e un tizio del luogo ascoltando il RATATATA ed il TUM. TUM. TUM. delle armi da fuoco fanno il punto della situazione sullo stato delle cose in maniera intelligente ed incisiva. Il fumetto è poi costruito come una raccolta di momenti, di scenette lunghi 3 o 4 pagine alla Zerocalcare (o visto il tema, ancora una volta, alla Delisle) dove cerca di raccontare la quotidianità a Kobane mentre porta avanti in parallelo un percorso interiore, dove cerca di rispondere alla domanda "Ma io perché so venuto qua?". La risposta è dentro di te. Ma è sbagliata.

Devo comunque far presente che, nonostante dica subito che vuol fare inchiesta diversa, senza sensazionalismi e sciacallaggio a differenza dei media che trattano di solito la faccenda, un po' ci casca perché ce l'ha nel sangue, non fa la conta dei morti e non riporta il tempo di coagulazione del sangue che fuoriesce dai fori di proiettile, ma di momenti facilotti e moralette scontate tra amori su skype, vecchi saggi e canzoni attorno al fuoco ste 50 pagine so belle zeppe...Ma che gli fai, è la sua natura... D'altro canto c'è anche da dire che mentre la maggior parte dei giornalisti ha una concezione del fare l'inviato all'estero che consiste nel leggere Twitter e intervistare le vecchiette all'uscita dal supermercato sto tizio s'è messo lo zaino dietro le spalle e se n'è andato dove cadono le bombe, nonostante la faciloneria c'è più giornalismo qua che nell'intera redazione del TG1.

Insomma fare il giornalista non è il suo mestiere, da un certo punto di vista non ci prova nemmeno, ma nonostante questo non gli riesce nemmeno tanto male, c'è molto di buono qua dentro, tanto nelle intenzioni quanto nel fumetto.
Bravo Carcà, applicandoti un altro po' potresti quasi diventare un fumettista impegnato!

E comunque si, c'hai ragione e non so come ho fatto a non fare prima il collegamento, i soldati dell'Isis so proprio i punk di Ken il Guerriero

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