Quando, attorno ai 10 anni, iniziai a togliere le rotelle ed a scegliere da solo cosa leggere e cosa no, ricordo che il giornalaio vicino scuola aveva uno stand pieno di 100 pagine 1000 lire, i TEN, Tascabili Economici Newton. Quelli gialli li scansavo perché che palle, ma spesso mi portavo a casa quelli bianchi, di fiction. Mi sa che ce li ho a portata di mano in libreria, mo gli faccio una foto e ve la metto qua affianco così ci capiamo subito.
Li avete presente adesso, no? Ecco, si vede anche dalla foto che dopo aver provato diversi scrittori mi sono concentrato su Lovecraft e Howard perché più nelle mie corde.
Adesso voi state pensando due cose, la prima "Mik ma tu non avevi ancora finito le elementari e già leggevi Le Montagne della Follia? Mo si capisce perché stai come stai...", e c'avete ragione, non posso controbattere, mentre l'altra sarà "si e a noi che ce ne frega?" ebbeh anche niente, però se stiamo per parlare di Conan tanto vale specificare che io con lui non dico che c'ho imparato a leggere ma quasi, tra libri, film, fumetti e cartoni animati è uno dei personaggi di fantasia con cui più ho avuto a che fare.
La vita del Conan a fumetti è lunga e travagliata ma per tirarla giù in due parole fu prima la Marvel negli anni '70, battezzando 2 serie dal titolo Conan the Barbarian e The Savage Sword of Conan, che resero grande Barry Windsor-Smith ed andarono avanti fino a metà degli anni '90, poi limbo editoriale fino all'acquisizione dei diritti del personaggio da parte della Dark Horse nel 2003 ed al varo di "Conan" che per anni si tenne su livelli altissimi grazie a Kurt Busiek e Cary Nord poi ci fu il cambio di team artistico e il rebrand della serie in Conan The Cimmerian, l'eccessiva diluizione del marchio con un numero eccessivo di miniserie e il fisiologico calo.
Conan the Barbarian, di cui vorrei parlare adesso se riesco a smetterla di far premesse, è il rilancio in grande stile del personaggio avvenuto nel 2012 per mano di Brian Wood e che avrebbe dovuto riportare il personaggio ai fasti degli inizi. che la fa ce la fa ce la fa? vediamo...
Conan the Barbarian è andata avanti 2 anni, 25 albetti se preferite quest'altra unità di misura, ed è il libero adattamento di un racconto di Howard dal titolo Queen of the Black Coast dove il barbaro preferito da grandi e piccini viene arruolato a forza sulla nave della piratessa Belit, di cui diverrà amante, che farà una brutta fine in un tempio dimenticato in una foresta del Kush. Dico libero adattamento perché l'adattamento del racconto copre solo i primi 3 e gli ultimi 4 numeri della serie, tutto il resto è farina del sacco di Wood.
Brian Wood veniva da Northlanders, e vien da se che dopo aver speso 50 numeri a raccontare storie di vichinghi dovresti essere decisamente a tuo agio con spade, asce e cotte di maglia. Non vale nemmeno la pena star qua a dire come è bravo a scrivere perché son 10 anni ormai che è in giro ed ha un curriculum (Demo, Local, DMZ) che parla per lui - o meglio, per me in questo caso - e sebbene ci sia un calo dopo la prima decina di numeri non è tanto quello il punto, perché il vero problema che ha questa serie sta in una sorta di peccato originale partorito proprio in fase di progettazione
Nelle intenzioni dell'autore c'era il desiderio di ritrarre Conan da un punto di vista inconsueto, mettere da parte il veterano incazzoso mosso da rabbia, cupidigia (madonn che parole da vecchio che sto tirando fuori oggi) e vendetta e raccontare invece di un giovane guerriero alle prime armi per di più alle prese per la prima volta con l'amore romantico.
Adesso, io capisco che scoprire la figa è un momento formativo nella vita di ogni uomo, che è una cosa che ti segna, però a tutto c'è un limite... Conan sono quasi 80 anni che è in giro ed in questi 80 anni Howard per primo e poi tutta una serie di scrittori hanno contribuito nel delineare il suo carattere in un certo modo, battagliero, sbruffone, un po' guascone un po' pirata come piace a noi. Sarà banale quanto ti pare ma quello è Conan. Lo vuoi fare innamorare? E vai, fai pure, ma non esagerare! Non me lo puoi trasformare in un Mister Sensitive de noartri (chi è Mister Sensitive? Oh ma qua non si fanno i compiti a casa! dritti ripassare l'X-Statix di Milligan!), non si accetta che un uomo nato sui campi di battaglia come lui sbocchi dopo aver ammazzato la mamma di Bambi come nell'immagine qua sopra. Se ti stava così sul cazzo di scrivere di Conan ci facevi un bel volume di Northlanders con un protagonista che si chiamava Gigino l'arrotino e andava bene lo stesso, da questa serie è venuta fuori un'interpretazione completamente fuori fuoco del personaggio.
Messo da parte questo la prima manciata di numeri della serie, quelli raccolti nel primo volume, è una lettura godibile e divertente, troppo irrispettosa come già detto ma originale, anche intelligente, ben scritta e con un ottimo uso delle didascalie. Poi però finisce la benzina. Restando molto vaghi per non rovinare la lettura a nessuno c'è una parte centrale annacquatissima in cui succedono coseacaso (con l'eccezione dei tre numeri di the Nightmare of the Shallows che mi piacque, ricordo)e si continua a fatica, tanto noi a leggere quanto Wood a scrivere perchè stando ad alcuni suoi commenti tutta sta voglia di andare avanti non ce l'ha nemmeno lui, giudicando la scelta di accettare l'ingaggio per Conan la peggiore della sua carriera. Nell'ultima parte però si da una regolata e si riprende per il finale anche se il numero di commiato non è granché.
In una scala che va da... no, facciamo una cosa diversa stavolta. il giudizio a Conan the Barbarian lo facciamo dare da Belit stessa.
Signorina Belit, che ne pensa del fumetto di cui è stata tutto sommato la vera protagonista? Cosa direbbe al signor Brian Wood?
Brian Wood veniva da Northlanders, e vien da se che dopo aver speso 50 numeri a raccontare storie di vichinghi dovresti essere decisamente a tuo agio con spade, asce e cotte di maglia. Non vale nemmeno la pena star qua a dire come è bravo a scrivere perché son 10 anni ormai che è in giro ed ha un curriculum (Demo, Local, DMZ) che parla per lui - o meglio, per me in questo caso - e sebbene ci sia un calo dopo la prima decina di numeri non è tanto quello il punto, perché il vero problema che ha questa serie sta in una sorta di peccato originale partorito proprio in fase di progettazione
Nelle intenzioni dell'autore c'era il desiderio di ritrarre Conan da un punto di vista inconsueto, mettere da parte il veterano incazzoso mosso da rabbia, cupidigia (madonn che parole da vecchio che sto tirando fuori oggi) e vendetta e raccontare invece di un giovane guerriero alle prime armi per di più alle prese per la prima volta con l'amore romantico.
Adesso, io capisco che scoprire la figa è un momento formativo nella vita di ogni uomo, che è una cosa che ti segna, però a tutto c'è un limite... Conan sono quasi 80 anni che è in giro ed in questi 80 anni Howard per primo e poi tutta una serie di scrittori hanno contribuito nel delineare il suo carattere in un certo modo, battagliero, sbruffone, un po' guascone un po' pirata come piace a noi. Sarà banale quanto ti pare ma quello è Conan. Lo vuoi fare innamorare? E vai, fai pure, ma non esagerare! Non me lo puoi trasformare in un Mister Sensitive de noartri (chi è Mister Sensitive? Oh ma qua non si fanno i compiti a casa! dritti ripassare l'X-Statix di Milligan!), non si accetta che un uomo nato sui campi di battaglia come lui sbocchi dopo aver ammazzato la mamma di Bambi come nell'immagine qua sopra. Se ti stava così sul cazzo di scrivere di Conan ci facevi un bel volume di Northlanders con un protagonista che si chiamava Gigino l'arrotino e andava bene lo stesso, da questa serie è venuta fuori un'interpretazione completamente fuori fuoco del personaggio.
Messo da parte questo la prima manciata di numeri della serie, quelli raccolti nel primo volume, è una lettura godibile e divertente, troppo irrispettosa come già detto ma originale, anche intelligente, ben scritta e con un ottimo uso delle didascalie. Poi però finisce la benzina. Restando molto vaghi per non rovinare la lettura a nessuno c'è una parte centrale annacquatissima in cui succedono coseacaso (con l'eccezione dei tre numeri di the Nightmare of the Shallows che mi piacque, ricordo)e si continua a fatica, tanto noi a leggere quanto Wood a scrivere perchè stando ad alcuni suoi commenti tutta sta voglia di andare avanti non ce l'ha nemmeno lui, giudicando la scelta di accettare l'ingaggio per Conan la peggiore della sua carriera. Nell'ultima parte però si da una regolata e si riprende per il finale anche se il numero di commiato non è granché.
Il comparto artistico è molto vario perché è stata fatta la scelta di avere archi narrativi lunghi 3 numeri, tutti con disegnatori diversi, col risultato che in 2 anni si sono alternati quasi una decina di artisti, chi bravo, chi meno, chi avrebbe dovuto scegliere la zappa invece della matita. Tra i tanti sicuramente merita di essere meso nella lista dei buoni Declan Shalvey ma se devo spendere due parole visto che l'ora è tarda le spendo per quel fantastico donnino di Becky Cloonan, disegnatrice dei primi tre numeri, dallo storytlling impeccabile, il tratto pieno, che disegna una Belit talmente bella che si, forse alla fine capisci perché Conan è diventato così servo della gleba a testa alta
Signorina Belit, che ne pensa del fumetto di cui è stata tutto sommato la vera protagonista? Cosa direbbe al signor Brian Wood?
Ecc'hai ragione, c'hai.
Ad aprile parte la nuova serie, Conan the Avenger, scritta da Fred Van Lente. Speriam faccia meglio sennò gli mandiamo Belit a casa. Vestita, intendo. E con una mannaia.
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