Per il suo Batman Morrison riprese e sviluppò spunti da tutto il passato del cavaliere oscuro. In The Return of Bruce Wayne, ad esempio, uno dei personaggi che più grattacapi ha dato ai lettori è stato quello del demone Barbatos (se qualcuno è interessato alla demonologia, se ci volete fare due chiacchiere trovate tutti i recpiti nella Piccola Chiave di Salomone), di cui il Batman delle caverne ha creato il mito nel primo numero e che poi ha fatto capolino qua e là per tutto il resto della serie. Batman e Barbatos, però, si erano già incontrati in una storia del 1990 di Milligan, Dark Knight, Dark City, che dopo un sacco di tempo sono andato a recuperare.
A Peter Milligan, cui vogliamo bene per fumetti come Shade the Changing Man e X-Statix, furono affidate per poco tempo Batman e Detective Comics all'inizio degli anni '90 e per quel che ha potuto ha cercato di portare il pipistrellone per sentieri poco battuti, come l'esoterismo in questo caso specifico.
Le storie in cui Batman è detective, o quelle più semplicemente supereroiche, o i drammoni penitenti non si contano, ma quante storie vi vengono in mente in cui ha a che fare con l'occulto? Gothic, certo. La trilogia di Dracula, come no. E poi? E poi boh! Ed è strano perché la figura di Batman, l'icona privata di ogni altra sovrastruttura intendo, ha veramente tanto potenziale in questa direzione.
In Dark Knight, Dark City Batman dovrà vedersela, come tante altre volte in passato, con L'Enigmista, i suoi indovinelli e tutto quello che ci gira attorno. Stavolta però Nigma si comporta in modo un po' diverso dal solito... se in generale è interessato allo scontro "di menti" con Batman (e nel frattempo se può fare tanti soldi, ben venga), a questo giro ci va giù pesante rapendo 5 neonati, "premio" per ogni enigma risolto, ma a cui non esiterà a infilare una pallina da ping pong in gola per guadagnare tempo e non essere acchiappato. La vicenda principale è intercalata da alcuni flashback, ambientati nel 1750 o giù di lì, in cui un gruppo di massoni è chiuso nei sotterranei di una chiesa per evocare Barbatos e tutto andrà, ovviamente, a puttane.
La storia acchiappa, c'è poco da dire. Spesso l'Enigmista viene usato un po' a cazzo, come un Joker dei poveri, i suoi enigmi fanno scendere le palle alle ginocchia e si arriva alla fine chiedendosi" ma sto casino l'hai messo su per cosa?", qua invece no, Batman viene fatto scorrazzare con gusto avanti e indietro per tutta Gotham in cerca di indizi e indovinelli, gli enigmi sono strambi per un motivo ben preciso ed il cambio di carattere di Nigma sarà uno dei punti focali della vicenda. L'intuizione di Barbatos che diventa Gotham e crea Batman per metterlo al suo servizio è una di quelle trovate che, a me, fanno scoppiare la testa. In senso buono, ovviamente. E se su questo va a costruire Morrison aggiungendo un ulteriore strato, con Batman che crea Barbatos, anzi che da un certo punto di vista è Barbatos, che diventa Gotham, che crea Batman, con Batman che quindi forgia il suo stesso mito e si autocrea ed autoalimenta per rispondere ai suoi stessi bisogni... Ho detto tutto.
I disegni di Kifron Dwyer sembrano più vecchi di quel che sono per colpa dei colori, essendo questa storia uscita giusto qualche annetto prima della rivoluzione Image, ma Dwyer ha un gusto squisito per la teatralità e si nota soprattutto con l'Enigmista, un centinaio di pagine ricco di pose iconiche come forse ne aveva viste poche in tutto il resto della sua carriera da villain, e i pixelloni in questo senso possono essere anche un valore aggiunto
Nota per le cover di Mike Mignola di cui ho messo un esempio più sopra e proprio da quella si vedono chiaramente i semi di quello che poi diventerà, di là a un paio di anni, lo stile di Hellboy.
In una scala dei tuoi demoni di Diablo preferiti, che va da Azmodan a Diablo (quando non aveva ancora le tette), Dark Knight, Dark City è Rakanoth, veloce, affilato e ti shotta in un sol colpo.
Le storie in cui Batman è detective, o quelle più semplicemente supereroiche, o i drammoni penitenti non si contano, ma quante storie vi vengono in mente in cui ha a che fare con l'occulto? Gothic, certo. La trilogia di Dracula, come no. E poi? E poi boh! Ed è strano perché la figura di Batman, l'icona privata di ogni altra sovrastruttura intendo, ha veramente tanto potenziale in questa direzione.
In Dark Knight, Dark City Batman dovrà vedersela, come tante altre volte in passato, con L'Enigmista, i suoi indovinelli e tutto quello che ci gira attorno. Stavolta però Nigma si comporta in modo un po' diverso dal solito... se in generale è interessato allo scontro "di menti" con Batman (e nel frattempo se può fare tanti soldi, ben venga), a questo giro ci va giù pesante rapendo 5 neonati, "premio" per ogni enigma risolto, ma a cui non esiterà a infilare una pallina da ping pong in gola per guadagnare tempo e non essere acchiappato. La vicenda principale è intercalata da alcuni flashback, ambientati nel 1750 o giù di lì, in cui un gruppo di massoni è chiuso nei sotterranei di una chiesa per evocare Barbatos e tutto andrà, ovviamente, a puttane.
La storia acchiappa, c'è poco da dire. Spesso l'Enigmista viene usato un po' a cazzo, come un Joker dei poveri, i suoi enigmi fanno scendere le palle alle ginocchia e si arriva alla fine chiedendosi" ma sto casino l'hai messo su per cosa?", qua invece no, Batman viene fatto scorrazzare con gusto avanti e indietro per tutta Gotham in cerca di indizi e indovinelli, gli enigmi sono strambi per un motivo ben preciso ed il cambio di carattere di Nigma sarà uno dei punti focali della vicenda. L'intuizione di Barbatos che diventa Gotham e crea Batman per metterlo al suo servizio è una di quelle trovate che, a me, fanno scoppiare la testa. In senso buono, ovviamente. E se su questo va a costruire Morrison aggiungendo un ulteriore strato, con Batman che crea Barbatos, anzi che da un certo punto di vista è Barbatos, che diventa Gotham, che crea Batman, con Batman che quindi forgia il suo stesso mito e si autocrea ed autoalimenta per rispondere ai suoi stessi bisogni... Ho detto tutto.
I disegni di Kifron Dwyer sembrano più vecchi di quel che sono per colpa dei colori, essendo questa storia uscita giusto qualche annetto prima della rivoluzione Image, ma Dwyer ha un gusto squisito per la teatralità e si nota soprattutto con l'Enigmista, un centinaio di pagine ricco di pose iconiche come forse ne aveva viste poche in tutto il resto della sua carriera da villain, e i pixelloni in questo senso possono essere anche un valore aggiunto
Nota per le cover di Mike Mignola di cui ho messo un esempio più sopra e proprio da quella si vedono chiaramente i semi di quello che poi diventerà, di là a un paio di anni, lo stile di Hellboy.
In una scala dei tuoi demoni di Diablo preferiti, che va da Azmodan a Diablo (quando non aveva ancora le tette), Dark Knight, Dark City è Rakanoth, veloce, affilato e ti shotta in un sol colpo.
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