Mark Millar ha un po' questa fissa di dirci la sua su cosa farebbero i supereroi inseriti in un contesto reale, tanto in Kick-Ass quanto in 1985 o Nemesis o ancora, seppur marginalmente, in Ultimates, ha sempre provato ad affrontare diversi aspetti della questione. Si trattasse di qualcun altro potremmo dire che è una tematica a lui cara ma, dai, è Millar, è soltanto una fissa, una scusa come un'altra per tirare fuori tamarrate a caso.
Questa fissa, dicevamo, riciccia fuori anche in Jupiter's Legacy, la sua nuova serie Image in collaborazione con Frank Quitely che Marktiello ci presenta come "the greatest superhero epic of this generation, your big superhero summer event and you don't need to buy crappy tie-ins to enjoy it". oooooook.
Negli anni '30 un gruppo di avventurieri-esploratori sbarca su una misteriosa isola di lostiana memoria e lì riceve superpoteri di vario genere. Diventeranno i protettori degli oppressi e salvatori dell'umanità e tutto il resto. Ma, anni e anni dopo, cosa succederà ai loro figli e nipoti? Perchè se i supereroi esistessero veramente, sarebbero delle superstar, e questi ragazzi sarebbero l'equivalente delle nostre Paris Hilton... quindi come saranno questi ragazzini che si ritrovano poteri che non si sono andati a cercare e che non sanno come usare visto che tutti i supercattivi e le minacce planetarie sono stati già fermati dai fortissimi bellissimi magnifici genitori? Oltre che far ricco qualche psichiatra, farsi il giro dei privè e tirarsi coca spaziale (nel senso proprio di extraplanetaria) cosa resta da fare a sti qua?
In questo primo numero non succede granchè, passate 4-5 pagine di prologo negli anni '30 si calca la mano sulla contrapposizione tra le 2 generazioni, mentre i vecchi prendono a cazzotti un Thanos de noartri e si infilano in una discussione su come continuare ad usare i loro poteri, se continuando a fare i bravi soldatini o prendere in mano la situazione e presentarsi nella cameretta di Obama a dirgli un po' cosa fare col suo secondo mandato, i giovani si scopano grupies nei bagni o si prendono un'overdose piangendosi addosso.
Per adesso, pur'essendo chiaramente scritto con mestiere e portando a casa un paio di dialoghi ben riusciti, il fumetto non brilla particolarmente né per originalità né per profondità né per qualsiasi cosa si possa brillare, sa un po' di tante cose già lette mescolate assieme. Marktiello fa lo splendido squando esce il prossimo? ti chiedi e il tie-in dove succede qualcosa dove sta?.
trillando "E' un eventone senza tie-in" ma quando chiudi l'albetto più che In questo primo numero non succede granchè, passate 4-5 pagine di prologo negli anni '30 si calca la mano sulla contrapposizione tra le 2 generazioni, mentre i vecchi prendono a cazzotti un Thanos de noartri e si infilano in una discussione su come continuare ad usare i loro poteri, se continuando a fare i bravi soldatini o prendere in mano la situazione e presentarsi nella cameretta di Obama a dirgli un po' cosa fare col suo secondo mandato, i giovani si scopano grupies nei bagni o si prendono un'overdose piangendosi addosso.
Per adesso, pur'essendo chiaramente scritto con mestiere e portando a casa un paio di dialoghi ben riusciti, il fumetto non brilla particolarmente né per originalità né per profondità né per qualsiasi cosa si possa brillare, sa un po' di tante cose già lette mescolate assieme. Marktiello fa lo splendido squando esce il prossimo? ti chiedi e il tie-in dove succede qualcosa dove sta?.
C'è da segnalare comunque che questo Jupiter's Legacy si va ad inserire nella linea dei lavori più maturi di Millar, più misurati, senza scivolare nelle trovate tamarre, a volte geniali a volte inguardabili (per dare un'ordine alle cose, prete che ammazza branco di vampiri benedicendo la pioggia -> geniale, supercriminale che impianta una bomba nell'utero di una ragazzina che esploderà se proverà ad abortire dopo averla fatta mettere incinta dal fratello -> NO) che sono il suo marchio di fabbrica.
Siamo più dalle parti di Superior che quelle di Nemesis insomma.
E non si può mai sapere se è una cosa buona o no.
Ma al di la di tutto quello che si può dire sulla scrittura, come si può dire di no alla prospettiva di una razione mensile di Frank Quitely? Tanto più che se si può dire una cosa indiscutibilmente buona del lavoro di Millar è che riesce a valorizzarlo a pieno, vedi l'unica scena d'azione con una tavola in particolare che sembra proprio disegnata per lui.
In una scala che va dalla Margherita di Michele ad un'abominio come LA PIZZA COL PESTO, Jupiter's Legacy è una Capricciosa, c'è un mischione di un po' tutti gli ingredienti che il pizzaiolo c'ha sul banco ed è difficile sbagliarla, ma questo è anche il suo limite.
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