venerdì 14 giugno 2013

Dragonero #1

Dragonero è stato il primo romanzo a fumetti Bonelli (si chiamano fumetti, non c'è niente di male, non c'è bisogno di metterci vicino ROMANZO per farli sembrare cose da grandi...) e all'epoca, 6-7 anni fa, ebbe un ottimo successo. Un fantasy molto classico negli intenti, party di razze miste in giro per un mondo medioevaleggiante ad ammazzare un drago. L'editore ha deciso di riprendere in mano il soggetto e di farne una serie mensile, scritta da Luca Enoch e Stefano Vietti e disegnata da vari autori a rotazione. Il disegnatore del primo numero è Giuseppe Matteoni, che sarà comunque l'artista principale e copertinista.
Comprato e letto, che a Enoch si deve sempre quantomeno il beneficio del dubbio e... è solita merda.


Non c'è niente da fare, chiunque ci si metta all'opera queste serie popolari hanno sempre i soliti difetti, sembra roba uscita trent'anni fa, fumetti per gente col deficit dell'attenzione, raccontati invece che narrati appesantiti da baloon descrittivi e inutili.
Una scena m'è rimasta impressa per il ribrezzo, ho fatto un orecchio alla pagina mentre la leggevo sul treno per segnarla così da ritrovarla al volo: pagina 60, Ian, il protagonista, deve trovare delle informazioni riguardo la locazione di un laboratorio alchemico nel castello di un nobile, quindi si veste da ninja, entra nell'archivio di palazzo da una finestra e inizia così un rompicoglionissimo spiegone della madonna per dirci cosa sta facendo, che cosa cerca, che cosa vede! Cioè, che cosa vede! E' un fumetto quello che ho in mano o no? Ci sono i disegni o no? E allora quello che si vede io lo voglio vedere, non voglio che il tizio di turno mi racconti che cosa vede! Con un uso più ragionato delle tavole l'unico baloon utile sarebbe stato l'ultimo.
Un mare di dialoghetti e riflessioni che sembra stiano là a riempire il vuoto, a fare volume, ad allungare il 
brodo che sennò finisce subito ed a spiattellare, esplicitare, spiegare e rispiegare ogni aspetto della storia così da essere sicuri che anche il più distratto dei lettori non si perda nemmeno per un attimo. Come dicevo prima, fumetti per gente con l'ADHD. Insomma, lo storytelling qua sta a zero. Facciamo un gioco, contate quante vignette senza baloon ci sono in tutto l'albo e poi fatemelo sapè che io voglia di riaprirlo non ce l'ho... Visto?
L'altro problema che affligge questa serie come un po' tutte le serie mensili bonelli che ho provato negli anni (eh c'ho la testa dura io, sbaglio e sbaglio e risbaglio...) e che è secondo me è insopportabile sono i dialoghi senza alcun contatto con la realtà. Facciamo un altro gioco, apro a caso il fumetto per trovare qualche  esempio: "fatela finita, sembrate due comari al mercato!" oppure "lo senti anche tu, Ian, questo improvviso mormorio dolce nell'aria?" (che porcatroia so passate 80 pagine di fumetto, è il tizio che sta in copertina, quello con la cicatrice e i capelli biondi e la spada infame e il sangue maledetto come john constantine, non ho bisogno dopo 3/4 di fumetto di sentirmi ridire come si chiama. Da un certo punto di vista chi se ne fotte, direi. Fumetti per gente con l'ADHD). in un fumetto, in un libro, in quel che è, io voglio sentire parlare la gente in modo normale, naturale, non come in un... in un... in un fumetto bonelli. Questo linguaggio da libro di narrativa delle scuole medie è improponibile ai giorni d'oggi e non rieco prprio a capire come persone adulte e magari pure con una certa cultura alle spalle riescano a digerire ste fetenzie senza sentirsi presi per il culo.

Peccato perchè invece i disegni so fighi assai, bei tagli, bella gestione delle ombre, tratto in generale pulito e netto come piace a me, però nun se po' leggere proprio.

In una scala delle cose peggiori che ti puoi tirare in un occhio che va da un moscerino alla trave di biblica memoria Dragonero è una baionetta della rivoluzione francese trovata nella soffitta di tuo zio, a prima occhiata si, magari sembra avere carisma, però è vecchia, arrugginita, sorpassata e inutile.

Also, mi sono dato una nuova regola, un fumetto con su scritto comari non sarà mai un buon fumetto. Uno in cui c'è scritto due volte... beh...

Nessun commento:

Posta un commento