lunedì 20 maggio 2013

Punk Rock Jesus



Basta isole! Basta  case! Basta fattorie, ristoranti, scuole per cantanti, ballerini amici di Maria e tutto il resto! Abbiamo la scienza dalla nostra parte, sono passati 15 anni da quando abbiamo clonato Dolly, e allora andiamo a Torino, prendiamoci un pezzo di Sindone, cloniamo Gesù Cristo e mettiamo su il più grande reality show della storia! 
Facciamo un bel casting per scegliere la nuova Maria (ovviamente truccato, così vince mia cuggggina), ingaggiamo la più grande genetista al mondo e facciamole modificare come si deve il materiale genetico di partenza (Gesù è bianco e con gli occhi azzurri, lo sanno tutti, non sia mai esce un arabaccio poi come la mettiamo con gli sponsor?), facciamolo crescere in un'isola di proprietà del network sotto il continuo occhio vigile delle telecamere e di miliardi di telespettatori, dove potrà fare i suoi primi miracoli ed andare a scuola imparandotutto ciò che bisogna sapere sulla storia americana, lo studio della Bibbia e il creazionismo (al nostro pubblico non piacciono teorie stravaganti come l'evoluzionismo... o la gravità se è per questo), vi assicuro sarà lo show più visto della storia dell'umanità!
Queste sono le premesse di Punk Rock Jesus, miniserie Vertigo scritta e disegnata da Sean Murphy, compagno di merende di Grant Morrison da una vita con cui ha collaborato l'ultima volta nell'ottimo Joe the Barbarian, aggiungeteci giusto giusto una guardia del corpo ex terrorista dell'IRA, una fondamentalista cattolica sempre pronta a sabotare il nostro programma e un David Letterman de noartri che si occupa della questione ore, minuti e momenti e il quadretto è completo.


PRJ è bello, prima di tutto perchè nonostante la premessa sembri fatta apposta per una soriella comicosatiricaparodicaquellaroballà, prova a parlare di religione prendendo la strada difficile, senza giochetti scemi e volgarotti alla Ennis, il fatto che ci riesca pure è secondario, già solo il volerci provare è una scelta con le palle. Parla di religione, di scienza, della società dei consumi tirando schiaffoni a destra e a sinistra un po' a tutti, a rimanere un po' a disagio non saranno solo gli eventuali lettori cattolici (quelli tanto più che il disagio c'hanno l'indignazione facile), ma anche il più prode illuminista senzaddio si farà un paio di domande. Di come si svolge la storia non voglio dire molto, giusto che il finale è un po' affrettato, ma non cancella tutto ciò che di buono è stato fatto prima, e ce n'è a carrettate di roba buona qua dentro.

Per quanto riguarda il comparto artistico Seannuccio nostro con la matita è bravo e non c'è bisogno che lo dica io, a questo giro si presenta con delle belle tavole in bianco e nero, dettagliatissime come al solito e che si fnno via via più sporche man mano che cresce e si sviluppa la vena punk nel giuovane Chris.

In una scala che va da San Fiacre a San Gennaro, Punk Rock Jesus è San Domenico, bello, intelligente e incazzoso.

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